La prima cosa che si è
sentito dire quando è comparsa la pagina pubblicitaria acquistata su “La Stampa”
è stata: “chissà quanto sarà costata?”.
Dopo la seconda
pubblicazione il commento è cambiato: “Dovrà prendere un sacco di soldi se può
permettersi di spendere così tanto!”.
Questo potrebbe sembrare il
punto ma così non è: le persone non sono disposte a barattare la salute per un
pugno di monete né tantomeno per sacchi interi; rimane comunque l’idea (e
probabilmente molto più che un’idea) che di soldi ne incasserà tanti chi gestirà
la discarica.
Ritornando alla pagina
pubblicitaria, l’intento era di dare una spiegazione del dettaglio?
Fondamentalmente si legge
che è sicuro, che bisogna fidarsi e che si viene pagati per il disturbo ed è
curioso notare che i tetti contenenti amianto sono pericolosi solo quando
stanno sopra le nostre teste mentre una volta consegnati alla discarica
diventano sicuri!
Basta cambiare la posizione dell’amianto per renderlo
sicuro? No, ovviamente: ci saranno “imballi
speciali”, “monitoraggio” e “sicurezza”. Ma chi controlla?
Il controllore non può
essere il controllato altrimenti si diventa più che disposti a soprassedere su “piccole”
discrepanze. Mai sentito parlare di conflitto di interessi?
Ultimamente se n’è parlato
molto e abbiamo avuto diversi campioni che hanno risolto il conflitto dicendo: “Il
mio conflitto di interessi non è un problema perché io sono bravo!” Siamo allo
stesso livello?
E non si tratta del controllo della discarica. Gli “imballi speciali” dove saranno fatti? E da chi? E in quali condizioni? E chi
controlla? E’ inutile sottolineare
che un imballo non corretto diventa inutile se non pericoloso: potrebbe
perdere particolato, potrebbe inquinare il posto di lavoro dell’impianto
e nella discarica e inquinare il sito. Ne basta uno! E se ce ne fossero di più?
Anche la movimentazione degli imballi potrebbe vanificare l’imballo stesso.
Anche in questo caso ne
basta uno! E vogliamo parlare dell’inquinamento legato ai mezzi pesanti
adibiti al trasporto? In che condizioni saranno? Riesce difficile
pensare che possano essere a idrogeno per cui dal tubo di scarico esca solo
umidità, né tantomeno elettrici per cui non c’è scarico. E il PM10? E il PM5? E
il PM2,5? E in questo caso, chi li controlla?
Cari concittadini non preoccupatevi
per l’amianto, il cancro ai polmoni vi verrà prima per gli scarichi dei camion!
A proposito di camion! Quanti ne dovranno passare? Uno al
mese? Non mentiamoci, ne dovranno passare parecchi!
E’ apprezzabile l’idea di
prevedere delle riunioni aperte nei prossimi mesi, ma anche in questo caso
sembra il tentativo di voler mettere una pezza al fatto che diversi cittadini
hanno portato all’attenzione di altri cittadini il problema della discarica. E’
molto facile pensare male, ma alla volte si indovina.
Peccato che siano
pianificate nei prossimi mesi…quando ormai potrebbero essere inutili. Il
termine ultimo per presentare delle note alla VIA in regione è il 7 gennaio
2012. Tolto il periodo natalizio in cui si sarà impossibilitati ad organizzare
qualunque cosa, praticamente non c’è tempo.
E allora che cosa si spiegherà? Tanto tutte le decisioni saranno già
state prese.
Viene anche paura a pensare
agli amici e ai vicini di casa che le suggeriscono di fare una discarica per
portare del materiale dove l’amianto è presente, ma solo in piccola parte per
cui solo in piccola parte vi verrà un tumorino!
Non si includano i
concittadini nel numero di quelli che hanno suggerito di fare una discarica di
amianto, perché la raccolta di firme contro la discarica sembra dichiarare il
contrario di quanto riportato nel giornale.
Probabilmente l’unico punto in
comune è proprio il dover eliminare una copertura in eternit ma questo non vuol dire essere d’accordo a
fare una discarica. E’ difficile immaginare che qualcuno si impegni per
spostare l’eternit dal proprio tetto ad una discarica 500 metri più lontana. In
fondo, se il tetto rimane stabile, l’amianto non crea problemi (oppure se li
crea, li crea anche in discarica).
Eventualmente il povero cittadino sarà
inquinato da qualche fibra (può succedere su qualche chilo di eternit) e quindi
l’esposizione è minima ed infine non spende nulla per sostituire e portare in
discarica l’amianto; al contrario, se dovesse far portare in discarica l’amianto il tetto dovrebbe essere rimosso e
sostituito creando i presupposti per una forte dispersione di amianto
(aumentando quindi l’esposizione all’amianto), con il rischio di essere
intossicato da molte fibre (se può succedere su qualche chilo, pensiamo a
quello che può succedere su migliaia di tonnellate); e tutto questo con dei
costi.
Riassumendo: quel pover’uomo deve pagare per farsi venire un tumore?
E qui arriviamo al discorso soldi: è tutto valutato in funzione
economica. Ammesso e non concesso che la morte di una persona per interessi
economici sia accettabile, come si fa a valutare economicamente la salute di
una persona? E se invece di considerare la malattia che porta alla morte non di
una persona, dobbiamo considerare tutti i cittadini di Borgomanero? Ed i
cittadini dei comuni vicini (perché anche i comuni vicini pagheranno le
conseguenze della discarica; qualcuno ha chiesto loro cosa ne pensano?)? Allora
qual è il numero accettabile di morti?
Finalmente si ammette il
punto: è solo un business. Ma solo per il proprietario della cava! Infatti
quali potrebbero essere i guadagni per gli altri?
- Consegnare
gratuitamente il materiale? E chi lo smonta? E chi lo tratta? E chi lo
trasporta? Proprio perché è un materiale pericoloso non può essere trattato da
chiunque! Ci vogliono
attrezzature e sistemi particolari che implicano l’intervento di società
specializzate non del cittadino comune di Borgomanero (o dei comuni vicini:
loro non ne risentono? I benefici si fermano al confine di Borgomanero?). A
meno che non si suggerisca di ammalarsi per conto proprio in modo da non far
ricadere la colpa sulla discarica. Quindi volenti o nolenti si deve passare
attraverso una società specializzata che continuerà a far pagare tutta la
tariffa guadagnando ulteriormente sulla vicinanza della discarica o per la
gratuità del servizio.
- Nuovi posti di lavoro? Quali sarebbero i
lavori diretti coinvolti? Proprio per garantire la sicurezza dovrebbe essere
tutto automatizzato! Al limite un servizio di controllo significa una persona
che, a tempo perso, verifica dati
su un monitor mentre compie il suo lavoro usuale; quindi, in realtà, significa
un impegno in più per chi è già impiegato. Cosa dire poi dell’indotto?
Camionisti? Non aumenterebbero le loro entrate: una spedizione vale l’altra!
Guardie giurate? Sicuramente una società di vigilanza dovrebbe allargare il
giro di controlli esistenti: tutto qua?
- Smaltimento
gratuito (ma non vi è chiaro che le persone non sono disposte a barattare la
salute propria e dei familiari per risparmiare?) di materiale ingombrante. Complimenti
per la scelta di distruggere quanto finora fatto con la raccolta differenziata.
Da notare che i materiali indicati non possono finire in discarica: devono
essere trattati precedentemente. Inoltre potrebbero essere fonte di ricchezza
(acciai, metalli preziosi) rientrando nel riciclo di elementi ad alto valore
economico. In altre parole si vuole giustificare una discarica di amianto con
un nuovo immondezzaio!
- Riqualificazione
dell’aria in località Vergano e Foro Boario: ed eccoci ad un ulteriore tentativo
di rendere appetibile la mela avvelenata di Cenerentola. Se si è animati da
tanta filantropia, perché non si eseguono le opere magari non da soli ma in
cooperazione con gli amici ed i vicini di casa precedentemente interpellati?
Borgomanero intera ne sarebbe grata, ma non in cambio di un veleno sotto i
piedi (o meglio nell’aria) dove dovrebbe diffondersi.
- Rifacimento del
sedimento stradale: non è che la strada dovrà essere rifatta per garantire il
nuovo incremento di traffico che dovrà permettere ai camion di trasportare il
carico di amianto?
- Progetto in
definizione per Vergano, un bar per Santa Croce, una struttura per Santa
Cristina, disponibilità ad iniziative delle associazioni di Santo Stefano:
tenuto conto che con il Foro Boario anche Borgomanero è a posto, perché San
Marco non si merita niente? E’ troppo distante? Allora Maggiora? Gargallo?
Boca? Se non è pericoloso quanto si vuole realizzare, perché si cerca di
pulirsi la coscienza con queste opere? Sicuramente non è questo lo scopo, ma
suonano veramente stonate queste proposte in cambio dell’accettazione della
discarica.
- Manutenzione
ordinaria affidata a un’associazione no profit per 30 anni: cioè qualcuno che
fa volontariato deve occuparsi anche della gestione dell’amianto? E dopo i 30
anni? Chi si occuperà dell’area avvelenata per un business privato e attuale?
- Dopo che la
discarica sarà riempita si pensa di far venire le persone a vivere i momenti di
svago e di gioia familiare sopra una discarica di amianto?
- Ed infine l’invito
all’amministrazione locale ad effettuare controlli costanti e continui che
tutto sia in ordine? Ma non dovrebbe essere chi ha creato il danno a far
effettuare controlli a proprie spese per garantire il mantenimento della
situazione in modo che non peggiori ulteriormente non solo durante lo sviluppo,
ma soprattutto dopo il completamento della sfacelo pianificato? Ovviamente il
controllore e il controllato non devono avere affari condivisi per evitare
valutazioni di parte.
- Per quale motivo un ulteriore progetto personale dovrebbe
essere garanzia di un progetto di avvelenamento del territorio e delle persone
che questo territorio abitano e vivono?
Loro non si arrenderanno mai
(ma gli conviene?). Noi neppure.